3 falsi miti sulla salute che è ora di sfatare

Nella vita quotidiana capita spesso di imbattersi in consigli che sembrano affidabili, ma che in realtà non hanno basi scientifiche. Alcuni di questi riguardano proprio il nostro benessere fisico e possono influenzare le scelte che facciamo ogni giorno.

L&G Sport e Benessere

Sul blog di sanitarialg.com è già presente un articolo dedicato a tre falsi miti molto diffusi legati alla salute e allo stile di vita. In questo nuovo approfondimento, continueremo su questa linea, sfatando altri tre miti altrettanto radicati: il riposo assoluto per il mal di schiena, i rischi del camminare a piedi nudi e la convinzione che l’esercizio fisico non serva più con l’avanzare dell’età.

“Se hai mal di schiena, devi riposare completamente”

Il mal di schiena è uno dei disturbi più diffusi e, spesso, la prima reazione è fermarsi del tutto. Per anni si è pensato che il riposo assoluto fosse la soluzione migliore, ma oggi sappiamo che non è così. Il riposo può essere utile nelle primissime ore, soprattutto in caso di dolore acuto, ma prolungarlo finisce per indebolire i muscoli e rallentare il recupero.

Perché il movimento aiuta

Gli studi mostrano che una leggera attività fisica favorisce la circolazione, riduce la rigidità e migliora la guarigione. Passeggiate lente, esercizi di stretching e movimenti controllati sono spesso consigliati dai professionisti della salute. Il corpo ha bisogno di mantenersi attivo per recuperare correttamente.

Supporti utili, senza esagerare

In alcuni casi, l’utilizzo di supporti ortopedici leggeri, come fasce lombari morbide o cinture posturali può offrire stabilità temporanea durante i movimenti. Sul nostro sito sono disponibili diversi articoli utili a chi desidera maggiore comfort nella fase di recupero. Non si tratta di soluzioni risolutive, ma di strumenti che possono aiutare nei momenti più delicati, sempre come complemento ad uno stile di vita attivo.

Quando riposare davvero

Il riposo assoluto è consigliato solo in casi specifici e per brevi periodi, ad esempio in presenza di un forte dolore o dopo traumi importanti. In situazioni persistenti o particolarmente intense, è sempre opportuno consultare un medico o uno specialista.

 “Camminare a piedi nudi è sempre dannoso per i piedi”

Molte persone sono convinte che camminare a piedi nudi faccia male al piede e alla postura. In realtà, la verità è più complessa: camminare scalzi non è dannoso di per sé, ma dipende dal contesto, dalle superfici e dalle condizioni personali.

Quando fa bene

Camminare a piedi nudi su superfici naturali, come erba o sabbia, può stimolare la muscolatura del piede e migliorare la propriocezione, cioè la capacità del corpo di percepire la posizione nello spazio. È una pratica che rafforza i muscoli intrinseci e favorisce un appoggio più naturale.

Quando può diventare problematico

Le superfici dure, irregolari o fredde possono invece dare fastidio o aumentare il rischio di microtraumi. Chi soffre di talloniti, fasciti plantari o ha piede piatto potrebbe riscontrare fastidi maggiori camminando scalzo, soprattutto se non abituato.

In questi casi, l’utilizzo di plantari o supporti per il piede può aiutare a ridurre l’impatto e migliorare la biomeccanica del passo, senza rinunciare ai benefici del movimento leggero.

Un approccio equilibrato

Camminare scalzi non è né sempre dannoso né sempre benefico: come molte pratiche legate al benessere, va personalizzata. È importante ascoltare le sensazioni del corpo e adattare le abitudini alle proprie esigenze.

Per approfondire il tema della salute del piede e della postura con contenuti autorevoli, può essere utile anche consultare il blog del Gruppo Fantauzzi.

“Le ossa si indeboliscono con l’età, quindi l’esercizio fisico non serve più”

È vero che con l’avanzare dell’età la densità ossea tende a diminuire, ma credere che l’esercizio fisico non abbia più utilità è un fraintendimento che può limitare fortemente il benessere. Al contrario, l’attività fisica mirata è uno dei modi più efficaci per sostenere la salute delle ossa e rallentare la perdita di forza muscolare.

Perché muoversi è fondamentale anche in età avanzata

Gli esercizi a basso impatto, come camminate leggere, piccoli sollevamenti controllati o attività finalizzate al miglioramento dell’equilibrio, stimolano il metabolismo osseo e contribuiscono a mantenere articolazioni più stabili.
Si tratta proprio del tipo di approccio che abbiamo approfondito nell’articolo precedente dedicato all’allenamento per la terza età, un tema centrale quando si parla di prevenzione e longevità attiva.

Supporti utili per muoversi in sicurezza

Per molte persone, soprattutto con lieve instabilità o rigidità articolare, può essere utile ricorrere a tutori morbidi, ginocchiere o cavigliere come supporto durante i movimenti quotidiani. Non sostituiscono l’esercizio, ma rendono più sicura e confortevole l’attività, incoraggiando una maggiore costanza.

Un mito da superare

Rinunciare all’esercizio fisico porta nel tempo ad una maggiore debolezza muscolare e ad un rischio più elevato di cadute, che rappresentano uno dei principali pericoli in età avanzata. Al contrario, anche una routine leggera, come spiegato nell’articolo precedente, può contribuire a preservare autonomia, equilibrio e qualità della vita.

Conclusioni

Molti miti legati al benessere fisico nascono da semplificazioni o credenze popolari. Capire cosa c’è di vero e cosa no permette di adottare comportamenti più consapevoli e rispettosi del proprio corpo.

Sia che si tratti di mal di schiena, appoggio del piede o salute delle ossa, la parola chiave è sempre equilibrio: ascoltare i segnali del corpo, muoversi in modo corretto e scegliere gli strumenti giusti quando serve.

Un approccio informato è il modo migliore per prendersi cura del proprio benessere, ogni giorno.

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